Immunità e vaccinazione
Il concetto di “immunità” nella sua accezione medica ha origini antiche. Nel 430 a.c. Tucidide, un filosofo e storico ateniese , notò come individui guariti dalla peste acquisissero una resistenza nei confronti della malattia al suo ripresentarsi in forma epidemica. Durante il Medio Evo, il termine “Immunitas” venne utilizzato proprio per descrivere la peculiare resistenza naturale mostrata da alcuni individui nel corso di epidemie di peste.
Nel 1714 si attuarono i primi tentativi di trasferire la resistenza acquisita da alcuni individui guariti dal Vaiolo ad altri, impiantando nella cute di quest’ultimi un estratto di croste vaiolose. I soggetti così trattati sviluppavano solo una forma lieve di malattia che conferiva loro resistenza nei confronti della forma naturale ben più grave. Tale forma di primitiva immunizzazione, nota come “variolazione”, veniva già praticata da alcuni decenni a Costantinopoli ed in Cina era nota da tempo: in quest’ultimo paese il materiale infetto si somministrava per via inalatoria ( dalla narice destra per gli uomini, da quella sinistra per le donne..) Nel 1721 tale pratica venne sperimentata clinicamente, per la prima volta, su richiesta della Casa reale inglese. Furono scelti 6 condannati a morte da sottoporre a variolazione. Di questo gruppo di cavie umane, 5 svilupparono la forma lieve di malattia seguita poi da guarigione, mentre il sesto, già in precedenza guarito dal vaiolo spontaneo non sviluppò infezione. Il successo dell’esperimento fu talmente eclatante che Re Giorgio decise di sottoporre alla pratica i propri figli.
Nel 1798 Edward Jenner, un medico britannico considerato a ragione il padre dell’immunologia moderna, approfondì ulteriormente queste osservazioni empiriche sull’immunità: egli notò che le mungitrici e gli allevatori di vacche risultavano più resistenti all’infezione da vaiolo umano. Allestì pertanto un preparato partendo dalle pustole vaiolose delle vacche (i virus vaiolosi sono specifici) : nacque cosi il primo “vaccino” definito proprio così per via dell’origine. Le vaccinazioni a tappeto effettuate obbligatoriamente sulla popolazione hanno fatto sì che la malattia fosse completamente debellata. Nel 1980 l’O.M.S. ha dichiarato la completa estinzione del virus, tuttavia campioni di virus vaioloso sono conservati sotto strettissima sorveglianza nei laboratori del CDC (Centers for Diseases Control and Prevention ) di Atlanta, USA.
L’immunologia è lo studio dei meccanismi di protezione che l’organismo attiva nei confronti di agenti a lui estranei detti antigeni. Essi possono essere: molecole (grosse molecole proteiche), microrganismi ( virus, batteri, funghi, protozoi). In casi rari e particolari, anche costituenti propri dell’organismo possono comportarsi da antigeni quando l’organismo non li riconosca o li scambi per qualcosa d’altro. Tale fenomeno è alle base della grande categoria di patologie definite “autoimmuni”.
Il sistema immunitario reagisce alla penetrazione di antigeni nell’organismo secondo diverse modalità che dipendono innanzitutto dalle caratteristiche dell’antigene stesso fra cui per esempio le sue dimensioni e la sua conformazione. Esso può inattivarlo mediante l’elaborazione di molecole proteiche, altamente specifiche, prodotte ad hoc contro ciascun singolo antigene. Gli anticorpi sono prodotti da cellule altamente specializzate. L’antigene può essere distrutto anche a mezzo dell’attivazione di cellule meno specifiche, quando gli anticorpi non fossero in grado di inattivarlo. Quando l’organismo vince una guerra contro un antigene, ne conserva la memoria tanto che qualora lo stesso antigene si ripresentasse in futuro, accelererebbe le manovre per il suo sterminio rendendo più rapida e più massiva la produzione di anticorpi o mandando in campo le cellule incaricate della sua eliminazione. Questo fenomeno, detto di memoria immunitaria, è quello che sfruttiamo quando facciamo i richiami della vaccinazione che inducono una imponente, rapida e duratura produzione di anticorpi (effetto Booster).
Un “vaccino” è un preparato a base dell’agente patogeno nei confronti del quale si vuole conferire immunità. Esso deve essere in grado di stimolare la risposta del sistema immunitario ma non deve indurre malattia se non in forma blanda. A questo scopo i batteri o i virus (o parte di essi), di cui è composto, vengono inattivati (cioè uccisi) o attenuati ( di solito li si fa crescere su cellule cui non sono adattati perché crescano in maniera stentata e siano quindi poco aggressivi). Le campagne vaccinali obbligatoriamente effettuate a tappeto, sono state un imprescindibile ed impagabile strumento cui va il merito di aver debellato, fino alla scomparsa, un enorme numero di malattie infettive gravi o mortali, che hanno orrendamente segnato con epidemie devastanti, la storia del genere umano e degli animali; possiamo attribuirgli quindi il merito di aver contribuito al sensibile aumento nell’aspettativa di vita sia nostra che dei nostri compagni.