Le attuali ricerche sul metabolismo dei glucidi in questa specie evidenziano sempre più come l’eccessivo contenuto glucidico nella dieta porti ad un aumento dell’incidenza di diverse patologie.
Zuccheri-sinonimi: carboidrati, glucidi.
Fonti alimentari principali: pane, pasta riso, mais, patate, farine.
Tali sostanze hanno funzione sia energetica che strutturale cioè da essi vengono elaborate sostanze che entrano a far parte proprio della struttura dell’organismo oppure vengono “bruciati” per fornire energia all’organismo affinchè possa svolgere tutte le sue attività.
Nell’alimentazione del gatto i glucidi rivestono un ruolo marginale perché questo animale è un carnivoro stretto e la quota in carboidrati presente nella sua dieta naturale (2%) è, generalmente, quella che assume ingerendo le interiora delle sue prede che si nutrono, a loro volta, prevalentemente di semi e/o piante. Ricordandoci che la dieta naturale del gatto è costituita da una diecina di topolini o uccellini al giorno, appare evidente che la quota in carboidrati presente nei mangimi industriali è nettamente più alta (talvolta oltre il 40%) di quanta ve ne possa essere all’interno delle interiora di queste piccole prede. L’uso di un alto tenore in carboidrati nei mangimi preconfezionati riconosce quasi esclusivamente ragioni economiche dato che essi provengono da fonti meno costose rispetto alle proteine o ai grassi animali. L’uso di un’alta percentuale in carboidrati nelle diete preconfezionate secche (croccantini) è giustificato dalla loro capacità “legante” durante il processo industriale di produzione (estrusione) delle crocchette.
Metabolismo glucidico nel gatto: alcuni fatti
Dal punto di vista fisiologico e metabolico occorre conoscere alcuni fatti che possiamo cosi sintetizzare:
1. a differenza dei cani i gatti non trovano particolarmente gradevole il sapore dolciastro.
2. Il gatto manca dell’enzima salivare Amilasi che in altre specie, come la nostra, inizia la digestione degli zuccheri già nella bocca .
3. L’Amilasi pancreatica, l’enzima specifico prodotto dal pancreas che serve a digerire gli zuccheri, mostra nel gatto una ridotta attività.
4. Gli enzimi epatici del gatto, deputati al metabolismo dei zuccheri, non riescono ad adeguare prontamente il loro livello di attività a fronte di un eccesso di glucidi nella dieta
5. Un eccesso glucidico nella razione del gatto diminuisce la digeribilità delle proteine
6. Un eccesso glucidico nella dieta provoca una acidificazione del contenuto intestinale per via della fermentazione microbica la cui popolazione si sviluppa e si modifica in funzione del tipo di alimenti ingeriti in prevalenza.
Le attuali ricerche sul metabolismo dei glucidi in questa specie evidenziano sempre più come l’eccessivo contenuto glucidico nella dieta porti ad un aumento dell’incidenza, predisponendo l’individuo, di sviluppare diverse patologie quali il diabete, le intolleranze alimentari, l’obesità, Infiammazioni intestinali ed altre ancora. Troppe diete preconfezionate per gatti , specialmente quelle secche, contengono un tasso glucidico di gran lunga superiore alle reali, e fisiologiche, necessità del gatto che è un carnivoro stretto come si evince da ogni sua abitudine e specializzazione naturale.
Gli zuccheri, non devono, tuttavia, essere esclusi in toto dalla razione.
In particolare nella gatta in lattazione addizionare alla dieta una certa quantità di carboidrati (solubili) sopperisce alla necessità del suo organismo di dover produrre zuccheri da principi alimentari diversi. Tramite il processo metabolico definito gluconeogenesi l’organismo è in grado di convertire in glucidi anche gli aminoacidi, costituenti elementari delle proteine, ovviamente a discapito della quota proteica della razione. Fornendo direttamente zuccheri si consente agli aminoacidi di essere utilizzati in toto per la sintesi proteica, e si assicura un risparmio energetico netto sul metabolismo.
Tali considerazioni vanno applicate anche ai gattini in crescita in cui gli aminoacidi verranno così convogliati verso lo sviluppo delle masse muscolari. In questi casi le quantità raccomandate devono essere circa del 10% sulla sostanza secca (non vi sono dati concordanti in merito).
I carboidrati solubili vengono aumentati percentualmente anche in quelle diete formulate per patologie che richiedano una restrizione proteica (patologie renali): in questo caso essi andranno a colmare il bilancio energetico totale della razione.